L’impegno di un cristiano contro la camorra

di don fernando russo |

Ap 2, 18-29 | [18] All’angelo della Chiesa di Tiàtira scrivi: Così parla il Figlio di Dio, Colui che ha gli occhi fiammeggianti come fuoco e i piedi simili a bronzo splendente. [19]Conosco le tue opere, la carità, la fede, il servizio e la costanza e so che le tue ultime opere sono migliori delle prime. [20]Ma ho da rimproverarti che lasci fare a Iezabèle, la donna che si spaccia per profetessa e insegna e seduce i miei servi inducendoli a darsi alla fornicazione e a mangiare carni immolate agli idoli. [21]Io le ho dato tempo per ravvedersi, ma essa non si vuol ravvedere dalla sua dissolutezza. [22]Ebbene, io getterò lei in un letto di dolore e coloro che commettono adulterio con lei in una grande tribolazione, se non si ravvederanno dalle opere che ha loro insegnato. [23]Colpirò a morte i suoi figli e tutte le Chiese sapranno che io sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere. [24]A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dottrina, che non avete conosciuto le profondità di satana – come le chiamano – non imporrò altri pesi; [25]ma quello che possedete tenetelo saldo fino al mio ritorno. [26]Al vincitore che persevera sino alla fine nelle mie opere, darò autorità sopra le nazioni; [27]le pascolerà con bastone di ferro e le frantumerà come vasi di terracotta, [28]con la stessa autorità che a me fu data dal Padre mio e darò a lui la stella del mattino. [29]Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese.


Risuona ancora nelle orecchie dei cristiani della Chiesa cattolica italiana il monito di Giovanni Paolo II, presso la Valle dei Templi di Agrigento, tenuto il 9 maggio del 1993. Discorso, nel quale, l’appello ai mafiosi fu chiaro:<<Convertitevi!>>. Le sue parole in terra di mafia, ad appena un anno dalle stragi dei giudici Falcone e Borsellino, volevano essere una chiara presa di posizione della Chiesa, impegnata in una evangelizzazione che manifestasse al suo centro Cristo-Parola, Cristo-Verità.

Anche Gesù ha dato una linea guida chiara, quando in Mt 6,19-24, asserisce che non si possono servire due padroni: Dio e Mammona. Non si può stare, dunque, per usare un nostro comune modo di dire, con due piedi in una scarpa.

Nella lettera all’angelo della Chiesa di Tiatira, il testo al quale facciamo riferimento per il primo degli articoli su “Bibbia e Camorra”, al v. 18 Dio si presenta con un’immagine straordinaria. Egli è l’essere dalle fiamme negli occhi e dai piedi come il bronzo. Le fiamme negli occhi alludono alla possibilità di guardare in profondità, di illuminare con discernimento quelle situazioni che, all’apparenza, possono risultare perfette. Al v.19, poi, vengono passate in rassegna le opere di questo angelo. Si tratta di opere che sanno di carità e di fede. Le ultime opere, poi, sono addirittura migliori delle prime. E, se il tutto è preceduto dal verbo Oida, che è il verbo della “visione profonda”, significa che questo angelo è davvero un maestro nella sua ministerialità, un esempio da seguire per la Chiesa intera. Cioè, egli è uno di cui si parla fondamentalmente bene, perché ha una buona parola, mette in pratica la carità ed è un vero e proprio maestro nella fede. Tuttavia, a motivo degli occhi fiammeggianti del v.18, occhi che sanno guardare in profondità, il v. 20 lascia emergere una nuova situazione, evidentemente non chiara. Una situazione alla quale non si è prestata la dovuta attenzione. Questo angelo lascia fare a Iezabele, che si spaccia per falsa profetessa. (v.20). Costei “insegna” e “seduce”.

Chi è, dunque, Iezabele? Iezabele era la moglie del re Acab, colei contro la quale si scaglierà il Profeta Elia, a motivo della sua famigerata cattiveria, corruzione e sotterfugi. Cfr 1 Re, 17-19.

Se Iezabele al momento del periodo storico in cui è scritta l’Apocalisse è già morta da un millennio, a cosa si riferisce Dio, quando la cita nella situazione della Chiesa di Tiatira? Sicuramente, fa riferimento ad una situazione analoga a quella dei tempi di Acab e Iezabele. Le opere di Iezabele, quindi, nella neonata situazione della Chiesa di Tiatira vanificano la perfetta ministerialità dell’angelo al servizio della sua Chiesa, perché egli stesso la tollera.

Fa finta che il problema non esista e, quindi, non vede? Oppure, ha paura di schierarsi? È uno che ha ottenuto piaceri e favori da Iezabele e, quindi, ha legato per sempre la propria lingua oppure non ha semplicemente la forza di contrastarla, perché l’atteggiamento della donna è ambiguo? È semplicemente un “buon ministro” l’angelo di Tiatira, perché non scomoda nessuno oppure è diviso semplicemente in se stesso? È qui in gioco, dunque, la posizione della Chiesa, che, talvolta, può anche ridursi a “lasciar fare”, senza opporsi. In realtà, Iezabele sembrerebbe non fare nulla di male. Lei stessa profetizza, ma è l’occhio fiammeggiante di Dio a svelarne l’inganno. È la Parola a metterne a nudo l’ipocrisia. Costei non agisce per il regno, ma per un proprio tornaconto. Non ha a cuore il cammino di salvezza dei fedeli, non gli interessa la coerenza. I suoi atteggiamenti sono coperti dall’avallo silenzioso dell’Angelo della Chiesa di Tiatira, che la “lascia fare”, divenendo complice dei suoi misfatti, pur essendo una brava persona.

Anche la Chiesa, mediante i suoi ministri, si trova ad operare in terra di camorra. La camorra è Iezabele. La camorra c’è, esiste, ma, per sopravvivere, ha bisogno dei consensi e dell’omertà del popolo. Così, chi dovrebbe tenere gli occhi aperti, diventa cieco, perché il male passi per bene. Nella logica della camorra, dunque, tutto è al rovescio e se questo “rovescio” non trova occhi aperti nei ministri di Dio, viene sminuita la forza profetica della Parola stessa.

La domanda, rivolta al cristiano è chiara ed è netta:<<Da che parte stai?>>. Dov’è il ruolo profetico della comunità cristiana? Una Chiesa profetica sa guardare in profondità, sa fare discernimento, sa annunciare la Verità, sa prendere le distanze dalla Camorra, dalla sua struttura, dal suo modo di pensare. Una Chiesa profetica non può stare in silenzio, né “lasciare campo libero a Iezabele, che nella realtà campana ha appunto assunto un nuovo nome: Camorra.

L’angelo della Chiesa di Tiatira non è solo il Ministro di Dio, ma è tutta la comunità cristiana. È tutta la comunità di fede locale ad essere unita, nella presa di distanza contro la criminalità organizzata

Ma una Chiesa che si rispetti, però, sa mantenere anche la porta aperta, perché il monito di Giovanni Paolo II è stato:<<Convertitevi!>>. Ai camorristi, allora, il monito che viene dal significato reale di questo verbo, metanoèo= mutare pensiero, cambiare mentalità. Cambiate, dunque, la vostra mentalità, ponete al centro della vostra vita la Verità di Cristo! Lasciatevi spronare dalla forza della Parola di Dio. Godete del suo perdono, per trasformare la vostra esistenza! Non aspettate le guardie all’alba, come qualche tempo fa asserì don Salvatore Purcaro, parroco di Brusciano, in un suo meraviglioso post su facebook, non aspettate le guardie all’alba, pronte con le manette, a trasferirvi in carcere. Riconciliatevi con Dio, risanando le vostre coscienze, prima che la Giustizia umana faccia naturalmente il suo corso! Salvaguardate le vostre coscienze, perché tornino a respirare all’unisono con Dio e la sua Verità!

About Author

leggi anche...

leggi anche...

+ There are no comments

Add yours