La “camorra del mattone” nella mia esperienza di vita e d’impegno civile

di luigi maiello |


Non ero ancora nato quando,  nel 1963, il genio di Francesco Rosi dirigeva il celebre film Le mani sulla Città che ben si presta per descrivere in modo sintetico cosa sia la cosiddetta “camorra del mattone”. In una celebre battuta pronunciata da uno dei protagonisti del film di Rosi, il costruttore Nottola rivolgendosi al suo capo partito dice “Il denaro non è un’automobile, che la tieni ferma in un garage: è come un cavallo, deve mangiare tutti i giorni”.

Nella realtà quel cavallo citato da un personaggio di fantasia negli ultimi anni ha iniziato a mangiare sempre di più, forse troppo ed ad alimentarlo è stata la pratica di un esercizio del potere senza controllo che ha ridotto la parte più debole ed influenzabile della popolazione alla stregua di sudditi.  Il cibo di quel cavallo non è altro che il frutto della trasformazione di terreni agricoli in aree edificabili, la devastazione dei centri storici dove vengono sostituite le vecchie case con volgari fabbricati che di fatto sconvolgono il tessuto urbano e compromettono il carico urbanistico delle nostre Città, avvalendosi in modo fraudolento della ristrutturazione urbanistica. In tale contesto bisogna avere la consapevolezza che la camorra come ogni altra organizzazione mafiosa è strutturata come una multinazionale che introita utili da diverse attività illecite, quelle più disparate e fantasiose e pertanto è sempre alla frenetica ricerca di nuove forme per “ripulire” questo enorme flusso di danaro sporco, reinvestendo anche in attività apparentemente lecite, trovando proprio nell’edilizia residenziale ed industriale un collaudato sistema di riciclaggio, dove oltre a ripulire i soldi riesce anche a produrre utili apparentemente leciti.

Cosi facendo si sta costruendo una rete robusta e duratura, la cui trama avvolge il sistema illegale proteggendolo dalle intrusioni esterne, avendo dato vita ad una sorta di antivirus impenetrabile, dove chi non estraneo a quei gruppi di potere mai potrà mai fare impresa nei territori ove insistono tali organizzazioni.  Ecco perché quando si parla di camorra del mattone non bisogna confonderla con la pratica illegale dell’abusivismo edilizio “tradizionale”, partica anch’essa illegale ed esecrabile in quanto figlia di quella stessa mentalità camorristica, ma le cui finalità muovono anche da una sorta di lotta di classe che si concretizza con l’edificazione di immobili per uso abitativo, che di fatto non producono particolari utili a chi assume tali comportamenti illegali.

 La camorra del mattone è altra cosa in quanto figlia di quella aristocrazia mafiosa che è fortemente presente nella camorra moderna, “imborghesita” dal mercato degli affari ed anche da quello elettorale.  Mia nonna Luisa, con la quale ho avuto l’onore ed il piacere di passare un pezzo importante della mia vita, inconsapevolmente aveva coniato una nuova definizione dei cosiddetti camorristi del mattone ed in generale della camorra imprenditoriale, lei li definiva semplicemente “i nuovi ricchi”.  I nuovi ricchi non costruiscono case abusive, questi signori usano la legge, la stravolgono, la reinterpretano o meglio la fanno reinterpretare a proprio piacimento.

In realtà i camorristi del mattone riescono ad aggirare molte leggi soprattutto grazie ai corrotti della pubblica amministrazione che senza paura, per idiozia o per furbizia, si espongono con orgoglio alla luce del sole, e dove solo chi non si lascia abbagliare dai primi raggi di sole, può facilmente intravedere gli ingranaggi dei giochi di potere e del problema dei rapporti tra morale e politica, atteso che per chi detiene il potere la questione è presto risolta: fare politica significa addentrarsi in un campo in cui la morale tradizionale non ha più valore e dove contano soltanto l’opportunismo, la corruzione, la capacità di manovra smisurata tra le maglie della legge aggredendo un settore molto redditizio a breve e medio termine come quello dell’edilizia, che come anzidetto, senza una corruzione sistemica non potrebbero operare con piena legittimazione sul mercato legale, facendo in tal senso crescere a dismisura l’imprenditoria parassitaria, che se da una parte porta avanti i propri obiettivi ed interessi criminali, nel contempo distrugge o mina pesantemente l’imprenditoria sana che mai potrà reggere la concorrenza della camorra del mattone. Ecco perché il controllo delle pubbliche amministrazioni è importantissimo per le organizzazioni criminali che operano nell’edilizia, anche perché la camorra imprenditoriale, quella dei nuovi ricchi, punta innanzitutto all’ingresso nell’economia legale ricercando una sua legittimazione sociale per meglio celarsi ed insinuarsi nel tessuto economico legale, dando vita ad aziende che somministrano prodotti con modalità solo apparentemente legali. Come emerge dalle numerose inchieste giudiziarie, i camorristi del mattone non intrattengono solo rapporti con altri della stessa natura e caratura criminale, anzi questi ricercano e preferiscono persone “pulite” dall’aspetto rassicurante e ben inseriti nella cosa pubblica e nella società civile, preferendo alle azioni violente, forme diverse di intimidazione, che vengono poste in essere avvalendosi della famosa rete di protezione, agiscono con modalità apparentemente legali, come gli esposti anonimi, le interrogazioni parlamentari, le denunce ardite ed altre forme di intimidazione che potremmo definire “raffinate”, dove il ricorso alla violenza è una strada percorribile solo quale extrema ratio per quei soggetti che hanno resistito alle attenzioni raffinate pocanzi descritte.

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