In questo reportage Gad Lerner intervista il fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera. Ritratto inedito quello che vien fuori qui di Luigi Ciotti, nato nel 1945 a Pieve di Cadore (Bl), nelle Dolomiti.
Emigrò – si legge sul portale del Gruppo Abele – con la famiglia a Torino negli anni ’50, ha fondato nel 1965 il Gruppo Abele, Associazione che promuove l’inclusione e la giustizia sociale attraverso un impegno che salda accoglienza e cultura, dimensione educativa e proposta politica.
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È stato ordinato sacerdote nel 1972 da padre Michele Pellegrino, che gli ha assegnato come parrocchia “la strada”, luogo di povertà e di fragilità, di domande e provocazioni dalle quali imparare. Col Gruppo Abele, da più di cinquant’anni, ha costruito e costruisce opportunità e progetti per le persone tossicodipendenti, per le ragazze prostituite, per gli ammalati di aids, per gli immigrati e tutte le persone segnate da povertà e fragilità esistenziali. A questo si è aggiunto un impegno di ricerca, informazione e formazione attraverso un centro studi, una casa editrice, due riviste e percorsi educativi rivolti a giovani, operatori e famiglie.
L’attenzione di don Luigi e del Gruppo Abele si è estesa negli anni a diversi ambiti, dalla mediazione dei conflitti allo studio delle nuove forme di dipendenza, dai progetti di cooperazione allo sviluppo, oggi concentrati in Africa, allo strumento delle cooperative sociali per dare dignità e lavoro a persone con storie difficili, al settore culturale e formativo, un ambito che raggruppa iniziative e progetti di vario genere, accomunati dall’intenzione di fornire al pubblico strumenti per la riflessione e lo studio, in particolare sui temi del lavoro sociale. Ecco dunque le attività culturali, informative, educative, di prevenzione e formazione promosse dal Centro Studi, Documentazione e Ricerche (1975), dall’“Università della Strada” (1978), dalla casa editrice “Edizioni Gruppo Abele” (1983), dalla libreria “La Torre di Abele” (1994), dalle riviste “Animazione Sociale” (1971) e “Narcomafie” (1993), dal servizio di Mediazione dei conflitti (1995), dal “Piano Giovani” (2001). Nella vita ho due grandi punti di riferimento, il Vangelo e la Costituzione.
La mia vita è spesa nel cercare di saldare il Cielo e la Terra, la salvezza celeste con la dignità e la libertà terrena. (don Luigi Ciotti). Convinto dell’importanza del “noi”, don Luigi ha promosso reti di impegno sociale. Fra queste il Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza (CNCA), che ha presieduto per oltre 10 anni, e la Lega italiana per la lotta all’Aids (LILA), della quale pure è stato presidente.
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Nel corso degli anni ’90, il suo impegno si è allargato alla denuncia e al contrasto al potere mafioso, dando vita al mensile “Narcomafie” e nel 1995 a Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Nel novembre 2000, durante la terza conferenza nazionale sulle droghe Ciotti con il Gruppo Abele denuncia il mancato coinvolgimento dell’associazionismo sul piano delle politiche in materia e rivendica il diritto alla cura per le persone dipendenti da sostanze stupefacenti e nel 2004 si oppone alla Legge Fini-Giovanardi, il pacchetto di misure che tra le altre cose inasprì le sanzioni per il consumo di droghe. Nel 2007 è una delle poche personalità cattoliche a schierarsi a favore delle proposte del governo Prodi per le coppie di fatto. Nel 2008 denuncia la pericolosità dell’introduzione del reato di immigrazione clandestina. Nel 2014 Famiglia Cristiana lo ha eletto italiano dell’anno e Papa Bergoglio ha celebrato con lui la Messa in memoria delle vittime innocenti di tutte le mafie. Con il Gruppo Abele è impegnato in prima persona nel contrasto alle povertà e nella rivendicazione dei diritti per rifugiati e migranti.
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